Patto di famiglia, chiarimenti sulle “attribuzioni compensative”
L’Agenzia delle Entrate interviene in merito a versamenti in denaro o attribuzioni di beni quali scopo compensativo.

L’aliquota e la soglia di esenzione dell’imposta sulle donazioni applicabile alle “attribuzioni compensative” previste nel patto di famiglia vengono determinate in base al grado di parentela tra il disponente e il legittimario non beneficiario. Questo è il chiarimento principale fornito dalla risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 12 del 14 febbraio 2024, riguardante le attribuzioni effettuate dall’assegnatario dell’azienda o delle partecipazioni societarie a favore del legittimario non assegnatario a titolo di compensazione.
Cos’è il patto di famiglia? Si tratta di un contratto che favorisce il passaggio generazionale all’interno dell’impresa; in esso si prevede il trasferimento da parte dell’imprenditore dell’azienda e delle partecipazioni sociali ai discendenti.
Secondo il Fisco, l’agevolazione «si applica esclusivamente con riferimento al trasferimento effettuato tramite il patto di famiglia, e non riguarda anche l’attribuzione di somme di denaro o di beni eventualmente posta in essere dall’assegnatario dell’azienda o delle partecipazioni sociali in favore degli altri partecipanti al contratto. Tali ultime attribuzioni rientrano nell’ambito applicativo dell’imposta delle successioni e donazioni».